Argomenti trattati
La musica è un linguaggio universale che ha il potere di unire le persone, superare barriere e favorire la comunicazione. Un recente incontro ha messo in luce come la musica possa essere utilizzata come strumento di gioco e inclusione, grazie all’esperienza di esperti del settore. Vera Mazzotta, coautrice del libro “Giocando con la musica per promuovere l’inclusione”, e Stefano Guerra, neuropsichiatra infantile, hanno condiviso la loro visione su come il suono possa diventare un mezzo accessibile a tutti, capace di valorizzare ogni abilità e favorire relazioni autentiche. Questo incontro ha rappresentato un’importante opportunità per riflettere sulle pratiche educative che mettono al centro la persona e il piacere di suonare insieme.
La musica come spazio relazionale
Spesso, il suono viene percepito semplicemente come un fenomeno fisico. Tuttavia, se ci soffermiamo a riflettere, possiamo scoprire che esso crea uno spazio invisibile tra le persone, dove le relazioni nascono e si sviluppano. La musica ci connette, ci invita al dialogo e ci fa sentire parte di un tutto. Anche le persone sorde possono abitare questo spazio relazionale attraverso forme alternative di comunicazione, come il linguaggio dei segni, che svolge un ruolo simile a quello della musica. Di fatto, qualsiasi interazione richiede un “mezzo” che faciliti la connessione.
Le neuroscienze e la musica
Le neuroscienze offrono una spiegazione affascinante su come la musica influisca non solo sull’udito, ma anche sul corpo e sull’emotività. Fin dalla vita prenatale, siamo circondati da vibrazioni: dal battito cardiaco della madre ai suoni esterni. Queste esperienze stimolano diverse aree del cervello, coinvolgendo anche la memoria e il movimento. Quando ascoltiamo una melodia che ci emoziona, il nostro cervello attiva le stesse aree che si attivano durante esperienze gratificanti, creando un legame profondo con l’emozione.
Musica e apprendimento
La musica si rivela uno strumento potente nell’educazione. L’apprendimento avviene attraverso le relazioni, e senza di esse, la didattica non può decollare. La musica facilita la comunicazione, stimola la motivazione e crea ambienti accoglienti. Quando ci sentiamo emotivamente coinvolti, apprendiamo meglio, ricordiamo di più e costruiamo legami più profondi. Molte esperienze concrete dimostrano come laboratori musicali, rivolti a bambini e adulti con abilità diverse, abbiano utilizzato la musica come linguaggio comune, capace di abbattere le barriere verbali e cognitive.
Esperienze pratiche e il ruolo del corpo
Nei laboratori musicali, la musica crea regole condivise, stimola l’espressione personale e rafforza la fiducia in sé e negli altri. Questo processo di apprendimento avviene per immersione, simile a quanto accade nei primi anni di vita con il linguaggio parlato. È importante notare che la comunicazione musicale non coinvolge solo la mente, ma implica anche il corpo. La musica non è un lusso, ma una risorsa fondamentale per comunicare e interagire. Essa parla a tutti in modi diversi, contribuendo a creare relazioni significative, soprattutto quando le parole non sono sufficienti.
Conclusione
In sintesi, la musica rappresenta un linguaggio potente e inclusivo che può trasformare il modo in cui interagiamo e apprendiamo. È uno strumento che ci permette di esplorare e condividere emozioni, costruire relazioni e crescere insieme. La musica, quindi, non è solo arte, ma una vera e propria chiave per l’inclusione e l’educazione, capace di aprire porte verso nuove esperienze e comprensioni.