Proteste violente in Serbia: il Parlamento sotto assedio

Le recenti manifestazioni in Serbia evidenziano una crisi politica profonda e crescente

Un clima di tensione e violenza

Le recenti proteste in Serbia hanno raggiunto un livello di intensità preoccupante, culminando in episodi di violenza all’interno del Parlamento. Durante una sessione cruciale, dedicata alla votazione di un disegno di legge per aumentare i finanziamenti all’istruzione universitaria, l’opposizione ha invaso l’aula con cori ostili e lanci di petardi. Questo clima di scontro ha portato a ferimenti tra i parlamentari, inclusa una deputata incinta, costretta a ricevere assistenza medica a causa dell’inalazione di fumi tossici provenienti dai fumogeni lanciati durante le proteste.

Le cause delle manifestazioni

Le manifestazioni non sono un evento isolato, ma il risultato di una profonda crisi politica che affligge la Serbia da mesi. Le dimissioni del primo ministro Milos Vucevic, annunciate a gennaio, sono state una risposta diretta alle proteste scatenate dal tragico crollo di una pensilina a Novi Sad, che ha causato la morte di 15 persone. Questo incidente ha messo in luce la corruzione dilagante e la negligenza del governo, alimentando il malcontento tra i cittadini e le varie categorie di lavoratori, tra cui studenti e professionisti.

Le richieste dell’opposizione

Durante le recenti sedute parlamentari, l’opposizione ha chiesto la verifica della validità delle dimissioni di Vucevic e ha contestato la legittimità della sessione. La presidente del Parlamento, Ana Brnabic, ha tentato di mantenere la calma e proseguire i lavori, ma il caos ha reso impossibile il dialogo. Le proteste non si limitano all’aula, ma si estendono anche nelle piazze, con cortei e blocchi stradali che coinvolgono migliaia di cittadini. Le richieste si fanno sempre più politiche, mirando a un cambiamento radicale nel governo e accusando il presidente Aleksandar Vucic di instaurare un regime autoritario e di limitare la libertà di stampa.

Scritto da Redazione

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