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Il taglio ai Premi Flaiano: una decisione controversa
La recente decisione di spostare l’edizione 2025 dei Premi Flaiano da Pescara ha scatenato un acceso dibattito in consiglio comunale. Durante la nona seduta della sessione di bilancio, il clima si è fatto incandescente, con le opposizioni che hanno accusato la maggioranza di centrodestra di aver preso una decisione dettata da motivazioni personali piuttosto che da necessità economiche. Il sindaco Carlo Masci è stato al centro delle critiche, accusato di aver “cacciato” i Premi Flaiano, un evento culturale di grande prestigio per la città.
Le reazioni in aula: un clima di tensione
Le reazioni in aula sono state immediate e forti. I consiglieri di minoranza, in particolare quelli del Partito Democratico, hanno espresso il loro disappunto per il taglio di 30mila euro al contributo destinato ai Premi, sottolineando che questo rappresenta un attacco diretto alla cultura pescarese. Piero Giampietro, capogruppo del Pd, ha definito la situazione una “vergogna”, evidenziando come il premio rappresenti il fiore all’occhiello della città. La richiesta di sospensione dei lavori, avanzata dalla minoranza, è stata bocciata dalla maggioranza, alimentando ulteriormente le polemiche.
Un dispetto politico o una scelta di bilancio?
Il consigliere Marco Presutti ha parlato di “dispetto” nei confronti della presidente dei Premi, Carla Tiboni, accusando la giunta di aver agito per motivi personali. La tensione è palpabile, con i consiglieri che si sono scambiati accuse e insulti, rendendo l’atmosfera in aula insostenibile. La decisione di ridurre il contributo ai Premi Flaiano è stata interpretata come una manovra punitiva, piuttosto che una necessità di bilancio. La cultura, secondo i rappresentanti della minoranza, sta subendo un colpo mortale, e la perdita di un evento così significativo rappresenta un danno irreparabile per l’identità culturale della città.