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Nell’ottica di garantire un sostegno economico più robusto alle famiglie, la normativa sul congedo parentale ha subito un importante aggiornamento. Questo cambiamento rappresenta un passo significativo per i lavoratori pubblici e privati che usufruiscono di questo diritto nei primi anni di vita del bambino. La nuova legge offre maggiori tutele e indennità, facilitando una migliore gestione del tempo familiare e lavorativo.
Indennità al 80%: cosa prevede la nuova normativa
La recente modifica all’articolo 34 del D.Lgs. 151/2001 stabilisce che i genitori possono accedere a tre mesi di congedo parentale indennizzati all’80% della retribuzione. Tuttavia, ci sono alcune condizioni da tenere in considerazione:
- Il congedo deve essere preso entro i sei anni di età del minore, oppure entro sei anni dall’ingresso in famiglia nel caso di adozioni o affidi.
- Solo i genitori lavoratori dipendenti possono usufruire di queste indennità, escludendo quindi i lavoratori autonomi o coloro iscritti alla Gestione Separata.
È interessante notare che questo diritto non è esclusivo di un solo genitore, ma può essere condiviso tra entrambi. La coppia ha la possibilità di ripartire i tre mesi a proprio piacimento, mantenendo comunque un tetto complessivo di 10 mesi di congedo parentale, che può aumentare a 11 se il padre utilizza almeno 3 mesi.
Le modifiche progressive e le tempistiche
Le recenti riforme hanno introdotto cambiamenti graduali nel corso del tempo. Ecco le principali novità:
- Dal 1° gennaio 2023: è stato introdotto un primo mese di congedo parentale indennizzato all’80%.
- Dal 1° gennaio 2024: è stato aggiunto un secondo mese di congedo, inizialmente previsto al 60%, ma successivamente portato all’80% dalla legge di Bilancio 2025.
- Dal 1° gennaio 2025: si aggiunge un terzo mese indennizzato all’80%.
Per quanto riguarda i restanti mesi di congedo, sono previsti indennizzi al 30% per sei mesi, mentre per due mesi non c’è indennità, a meno che il reddito annuo non sia inferiore a 2,5 volte il trattamento minimo INPS.
Quando inizia il diritto ai tre mesi retribuiti?
Il diritto ai tre mesi con indennità all’80% è legato a due fattori determinanti:
- La data di nascita o di ingresso in famiglia del minore.
- La data di fine del congedo di maternità o paternità.
Facciamo qualche esempio pratico per chiarire:
Figlio nato nel 2022
Se un bambino è nato il 10 ottobre 2022 e uno dei genitori termina il congedo obbligatorio dopo il 31 dicembre 2022, avrà diritto a un mese indennizzato all’80%. Se il congedo finisce prima, non ci sarà diritto a tale indennità.
Figlio nato nel 2023
Per i bambini nati a novembre 2023, si avrà diritto a due mesi all’80% se il congedo obbligatorio termina dopo il 31 dicembre 2023.
Figlio nato nel 2024
Per i bambini nati nel 2024, il diritto ai tre mesi all’80% sarà valido solo se il congedo obbligatorio finisce dopo il 31 dicembre 2024.
Figlio nato nel 2025
Se il bambino nasce nel 2025, il genitore avrà automaticamente diritto ai tre mesi indennizzati all’80%, a condizione di avere un rapporto di lavoro dipendente al momento della fruizione.
Indennità per il pubblico impiego
È importante sottolineare che per i dipendenti pubblici, l’indennità di congedo parentale non viene erogata dall’INPS, ma è a carico dell’Amministrazione di appartenenza, in conformità con i rispettivi Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). Il nuovo articolo 34 del D.Lgs. 151/2001 rappresenta un livello minimo di tutela, che può essere migliorato da condizioni più favorevoli previste dalla contrattazione collettiva.
Ad esempio, nel CCNL della Sanità pubblica è previsto che il primo mese di congedo parentale sia retribuito al 100%, quindi i lavoratori devono prestare attenzione a come programmare i tre mesi indennizzabili all’80% per non perdere il beneficio dell’indennità maggiorata.
Modalità di richiesta per i dipendenti del settore privato
Per richiedere il congedo parentale, i dipendenti delle aziende private devono presentare la domanda in modalità telematica. Ci sono diverse opzioni:
- Attraverso il portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS.
- Con l’assistenza di Patronati o tramite il Contact Center INPS.
È consigliabile presentare la domanda prima di iniziare il congedo, per evitare eventuali problematiche relative ai pagamenti.
La riforma del congedo parentale segna un progresso significativo per il diritto alla genitorialità, offrendo una maggiore sicurezza economica nei momenti cruciali della vita familiare. È fondamentale che le aziende e gli uffici del personale rimangano aggiornati sulle novità normative, per garantire una corretta gestione delle richieste. Per questo, è sempre utile chiedere supporto e assistenza per avere conferma delle procedure previste.