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In un mondo lacerato da conflitti e guerre, il convegno dedicato ai 20 anni della Task Force for Peace Building and Conflict Transformation si erge come un faro di speranza. Qui, esperti provenienti da diverse discipline si riuniscono per condividere conoscenze e esperienze, creando un ponte tra teoria e pratica, tra ricerca e intervento. Il palato non mente mai, e così la nostra mente e il nostro cuore non possono ignorare il dolore e la sofferenza delle popolazioni coinvolte in conflitti. È tempo di unirsi per esplorare le strade verso una pace duratura e un supporto efficace per chi vive l’orrore della guerra.
Il contesto di crisi e la necessità di intervento
Oggi, più che mai, la comunità scientifica è chiamata a rispondere a un problema globale: oltre 40 conflitti attivi in tutto il mondo. La durata media di un conflitto bellico è sorprendentemente lunga, spesso superando i vent’anni. Le vittime sono per la maggior parte civili, rinchiusi in case che, un tempo, erano rifugi di serenità. In questo scenario, è fondamentale che i professionisti della salute mentale e del sociale si uniscano per sviluppare strategie che possano portare a una reale trasformazione e cura. Dietro ogni piatto c’è una storia, e dietro ogni trauma c’è un’anima da ascoltare. Come possiamo, quindi, rispondere a questa chiamata?
Il convegno non si limita a parlare di teoria; rappresenta un’opportunità per formare le nuove generazioni di psicologi e operatori sociali. Attraverso la formazione su tecniche di intervento e supporto, possiamo coltivare spazi di pace e cura per i sopravvissuti ai conflitti, stimolando nei giovani un interesse attivo verso studi legati al peace building e alla mediazione. Come chef ho imparato che la preparazione di un piatto richiede tempo, pazienza e passione; così è anche per costruire la pace. E tu, sei pronto a metterti in gioco?
Il programma del convegno: un viaggio attraverso le esperienze
Il programma del convegno è ricco e variegato, pensato per stimolare riflessioni e condivisioni significative. A partire dalla registrazione e dall’accoglienza delle autorità, l’evento si dipana in una serie di interventi e workshop, ognuno con un focus specifico. Maurizio Gasseau aprirà il convegno raccontando il lavoro della Task Force negli ultimi due decenni, un percorso intriso di sfide ma anche di successi nel supporto alle comunità traumatizzate.
Ogni relatore porterà il proprio contributo, da Sofia Symeonidou che esplorerà il tema del trauma collettivo a Judith Teszary che discuterà l’importanza dei gruppi di supporto in tempo di guerra. Questo è un momento fondamentale per favorire il dialogo e l’apprendimento reciproco, per costruire una rete di professionisti pronti a rispondere alle esigenze delle popolazioni in difficoltà. Non si tratta solo di teoria, ma di condividere esperienze pratiche che possono fare la differenza nella vita di chi ha sofferto. *Ti sei mai chiesto come la tua partecipazione possa influenzare la vita di qualcuno?*
Un invito all’azione: costruire insieme la pace
In chiusura del convegno, è essenziale riflettere su come possiamo tutti contribuire a un cambiamento reale. La Task Force for Peace Building and Conflict Transformation, fondata nel 2005, ha dimostrato che il lavoro di rete è fondamentale per affrontare i traumi e le difficoltà delle persone. Con circa 20 terapeuti e formatori attivi, l’iniziativa ha già toccato le vite di molti, creando gruppi di supporto e progetti in aree di conflitto come Gaza, Ucraina e Iraq.
La partecipazione a questo convegno non è solo un atto di ascolto, ma un invito a diventare parte di un movimento più grande. La pace non è un sogno irraggiungibile, ma un obiettivo che possiamo perseguire insieme, armati di conoscenza, empatia e determinazione. Invitiamo tutti, studenti, professionisti e cittadini, a unirsi a questo viaggio verso la costruzione di spazi di pace e cura, affinché ogni trauma possa trovare una via di guarigione. *Sei pronto a fare la differenza?*