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Nel 1919, in una Stoccarda segnata dalla devastazione della Prima guerra mondiale, Rudolf Steiner fondò una scuola all’interno della fabbrica di sigarette Waldorf, dando vita al movimento pedagogico conosciuto come Steiner-Waldorf. Questa iniziativa rappresentava non solo un’opportunità educativa, ma anche una risposta alla necessità di un cambiamento sociale profondo, lontano da logiche economiche e classiste.
La richiesta di avviare questa scuola provenne da Emil Molt, il direttore della fabbrica, che desiderava offrire ai figli degli operai una prospettiva educativa capace di prevenire futuri conflitti. Entrambi condividevano la visione di una rigenerazione sociale basata sulla dignità spirituale e morale dell’individuo, puntando a formare esseri umani liberi, creativi e morali, in grado di trasformare la società dall’interno.
Ideali di una nuova educazione
Questi ideali si sono diffusi in tutto il mondo e hanno trovato terreno fertile anche in Italia, in particolare a Reggio Emilia negli anni ’90. Qui, il movimento ha potuto attingere a esperienze precedenti, come quelle delle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che avevano già avviato iniziative educative innovative, portando alla creazione delle scuole comunali dell’infanzia e al Reggio Approach.
Innovazioni e iniziative locali
Nel contesto di un periodo di grande fermento, la nascita di iniziative agricole biologiche e biodinamiche ha accompagnato la diffusione della pedagogia antroposofica. In una casa privata di Montericco, un gruppo di sette bambini ha dato vita a quello che sarebbe diventato il Giardino d’infanzia San Michele di Canali, un significativo precursore delle scuole Waldorf della regione.
Oggi, la scuola Waldorf di Reggio Emilia accoglie oltre 210 bambini e ragazzi, con 170 famiglie coinvolte nelle sue tre sezioni di scuola dell’infanzia e nelle otto classi di primaria e secondaria inferiore. Questa crescita dimostra l’interesse e l’attrattiva di un modello educativo che punta a formare individui consapevoli e socialmente responsabili.
La storia della scuola Waldorf di Reggio è anche la storia di un’impresa prevalentemente femminile. Sebbene molti padri abbiano partecipato attivamente alla gestione amministrativa nel corso degli anni, attualmente il collegio docenti della cooperativa Libera Scuola Steiner-Waldorf è composto da 28 donne e un solo uomo, con Silvana Minari alla presidenza.
30 anni di impegno educativo
In occasione del trentesimo anniversario della sua fondazione, la scuola ha organizzato una giornata di studi, invitando istituzioni educative, operatori sociali, insegnanti e cittadini a riflettere sull’importanza dell’educazione e del ruolo dell’insegnante come costruttori di pace. Il direttivo ha sottolineato l’esigenza di ricollegarsi all’essenza della proposta educativa steineriana, rispondendo ai bisogni sociali attuali.
Durante la mattinata, in collaborazione con il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia, si sono tenuti interventi significativi. Tra gli ospiti, Bernd Ruf, pedagogista notorio e fondatore della pedagogia di emergenza, ha condiviso la sua esperienza nei contesti di guerra, evidenziando come l’educazione possa contribuire a resilienza e riconciliazione.
Workshop e spettacolo finale
In aggiunta, Sabino Pavone, fondatore della scuola Waldorf di Conegliano, ha trattato l’impulso sociale della domanda originaria di Steiner. Sara Uboldi, attivista del Rescue Team, ha parlato della metodologia Pre-Text applicata a bambini in zone di conflitto, come in Ucraina. Infine, i professori Andrea Mariuzzo e Alessandro D’Antone hanno discusso il legame tra educazione e pace nella pedagogia critica italiana.
Nel pomeriggio, gli eventi si sono spostati presso il Tecnopolo di Reggio e all’ex mangimificio Caffarri, dove sono stati offerti otto workshop tematici gratuiti, aperti a studenti e operatori sociali, per approfondire i principi fondamentali della pedagogia Steiner-Waldorf. La giornata si è conclusa con uno spettacolo teatrale, “I quattro musicanti di Brema e noi, in viaggio”, un racconto coinvolgente che ha unito arte e educazione.