Modifiche all’indennità di congedo parentale: cosa c’è da sapere

Le recenti modifiche all'indennità di congedo parentale portano vantaggi significativi per i genitori. Ecco cosa sapere.

Le recenti modifiche legislative hanno introdotto importanti cambiamenti riguardo all’indennità di congedo parentale, un tema di rilevanza fondamentale per le famiglie. In particolare, l’articolo 1 della legge 30 dicembre 2024, n. 207, ha elevato l’indennità per il mese di congedo parentale dal 60% all’80% della retribuzione. Questa novità è il risultato di un percorso legislativo che mira a sostenere maggiormente i genitori durante i primi anni di vita dei loro figli.

Dettagli sulle modifiche all’indennità

Secondo quanto stabilito dal comma 218 della stessa legge, l’aumento dell’indennità si applica a tutti i lavoratori dipendenti che terminano il congedo di maternità o paternità dopo il 31 dicembre 2023. È importante notare che per usufruire dell’indennità maggiorata, i periodi di congedo devono essere fruiti entro il sesto anno di vita del bambino, o entro sei anni dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento.

Chiarimenti dell’Inps

Con la circolare n. 95 del 26 maggio 2025, l’Inps ha fornito indicazioni dettagliate sulle modalità di applicazione delle nuove disposizioni. È fondamentale chiarire che queste modifiche non introducono nuovi mesi di congedo parentale indennizzato, ma piuttosto innalzano l’indennità per il mese già previsto dalla legge di Bilancio 2024. Inoltre, è prevista una nuova elevazione dal 30% all’80% per un ulteriore mese di congedo.

Chi può beneficiarne

Le nuove regole si applicano a tutte le coppie genitoriali, compresi i genitori adottivi e affidatari. In questi casi, i mesi di congedo devono essere fruiti entro sei anni dall’ingresso del bambino in famiglia. È interessante notare che l’elevazione dell’indennità si applica a tutte le modalità di fruizione del congedo parentale: sia intero che frazionato, sia a giorni che in modalità oraria.

Scadenze e diritti

Per i genitori, ci sono scadenze importanti da tenere a mente. Se il bambino è nato o adottato prima del 1° gennaio 2023, il diritto all’80% dell’indennità di congedo parentale è limitato a un mese. Se il bambino è nato dal 1° gennaio 2023, il genitore ha diritto a un mese indennizzato a prescindere dalla fruizione del congedo di maternità o paternità. La situazione cambia ulteriormente per i figli nati dopo il 1° gennaio 2024, dove il diritto all’80% può estendersi fino a due o tre mesi, a seconda delle circostanze.

Compilazione delle denunce contributive

Le pubbliche amministrazioni devono prestare particolare attenzione alla compilazione delle denunce contributive. Nel caso di una coppia composta da un dipendente pubblico e uno privato, i benefici possono aumentare. Infatti, se la madre dipendente pubblica fruisce del congedo parentale a giugno 2026 e il padre, dipendente privato, lo fa nei mesi successivi, il padre avrà diritto a tre mesi di congedo indennizzato all’80%. Questo porta a un totale di quattro mesi di congedo indennizzato, un aspetto che offre un supporto concreto alle famiglie.

Compatibilità con altre normative

È essenziale sapere che le disposizioni del decreto legislativo n. 151/2001 stabiliscono una tutela minima, ma possono essere integrate da normative, regolamenti e contratti collettivi che prevedono condizioni più favorevoli. Questo significa che l’elevazione dell’indennità di congedo parentale è compatibile con eventuali trattamenti di maggiore favore previsti da altre leggi o disposizioni.

Queste modifiche rappresentano un passo avanti significativo nel sostegno alle famiglie, offrendo maggiore flessibilità e aiuto economico ai genitori durante i primi anni di vita dei loro figli. Conoscere e comprendere queste nuove norme è fondamentale per poter sfruttare appieno i benefici disponibili.

Scritto da AiAdhubMedia

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