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Il congedo di paternità: un diritto da sfruttare
In Italia, il congedo di paternità rappresenta un diritto fondamentale per i neo-padri, ma la sua attuazione è ancora lontana dall’essere ottimale. Secondo recenti studi, il 73% dei padri italiani utilizza questo congedo, ma molti lo considerano troppo breve. Infatti, il 90% delle coppie intervistate ha espresso il desiderio di una durata maggiore, evidenziando una crescente richiesta di una condivisione più equa dei ruoli familiari.
Le aspettative delle famiglie
Le madri, in particolare, chiedono un periodo di congedo più lungo per l’allattamento, mentre i padri desiderano un congedo che duri di più. Il 69% delle madri e il 72% dei padri ritengono che il congedo di paternità dovrebbe essere esteso. Tuttavia, solo il 20,4% dei padri usufruisce del congedo parentale, un dato che mette in luce le difficoltà e le resistenze culturali ancora presenti.
Un cambiamento culturale in atto
Rocco Bellantone, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolinea che la tendenza alla condivisione della genitorialità è un chiaro indicatore di un cambiamento culturale in atto. Tuttavia, le differenze regionali e di istruzione influenzano notevolmente l’uso del congedo di paternità. I padri del Sud Italia e quelli con un livello di istruzione più basso tendono a usufruire meno di questo diritto, evidenziando la necessità di politiche più inclusive e di sensibilizzazione.
Le proposte per un futuro migliore
Le famiglie italiane richiedono misure più efficaci per incentivare la condivisione del ruolo di cura. Angela Giusti, Prima Ricercatrice dell’Iss, ha dichiarato che gli attuali congedi sono insufficienti e ha proposto di estendere il congedo paterno ad almeno un mese. Questo cambiamento potrebbe rispondere meglio alle esigenze delle famiglie, in particolare durante i primi mesi di vita del bambino.
La situazione nel settore privato
Un altro studio condotto dal Centro per la salute del bambino ha rivelato che nel settore privato solo il 45% dei padri utilizza il congedo di paternità, mentre il 33% non è nemmeno a conoscenza della possibilità di farlo. Questo mette in evidenza la necessità di una maggiore informazione e di politiche aziendali più favorevoli. La probabilità di usufruire del congedo aumenta con orari di lavoro flessibili e un ambiente lavorativo comprensivo.