Congedi parentali e disuguaglianze di genere: come colmare il divario

Un rapporto dell'OIL svela la disparità nei congedi parentali retribuiti tra uomini e donne, sottolineando l'importanza di politiche più inclusive.

Immagina di trovarti di fronte a una tavola imbandita, dove i posti sono riservati ma solo a metà. Da un lato, madri pronte a condividere la loro esperienza di vita, dall’altro, padri costretti a rimanere in silenzio, privati di una voce. Questo è il quadro che emerge dal recente rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sui congedi parentali retribuiti. Un documento che non solo illumina le disparità esistenti, ma invita a una riflessione profonda e necessaria.

Il divario nei diritti al congedo parentale

Il rapporto dell’OIL, presentato in occasione del 25° anniversario della Convenzione sulla protezione della maternità, rivela un divario sconvolgente: in media, le madri possono contare su 24,7 settimane di congedo parentale retribuito, mentre i padri ne hanno soltanto 2,2. Ma cosa significa realmente tutto ciò? Dietro questi numeri si cela una realtà che perpetua le disuguaglianze di genere, non solo all’interno delle mura domestiche, ma anche nel mercato del lavoro.

Secondo Sukti Dasgupta, Direttrice del Dipartimento sulla condizioni di lavoro e l’uguaglianza dell’OIL, è fondamentale garantire congedi parentali paritari, finanziati con fondi pubblici e sostenuti dai sistemi di protezione sociale. Questo cambiamento è necessario per rompere il ciclo delle responsabilità di cura che ricadono in modo sproporzionato sulle donne.

Le conseguenze di questa disparità sono evidenti: più della metà della popolazione mondiale vive in paesi dove le donne ricevono dai tre ai sei mesi di congedo retribuito in più rispetto agli uomini. In alcuni paesi, la differenza supera addirittura un anno, mentre in 71 nazioni non esiste alcun congedo parentale retribuito per i padri. Questi dati non sono solo numeri, ma raccontano storie di famiglie e opportunità mancate.

Le politiche e la loro progettazione

È chiaro che l’implementazione delle politiche di congedo parentale è cruciale quanto la loro durata. Se il congedo di paternità è mal retribuito o non garantito, è probabile che i padri non lo utilizzino, lasciando le madri a gestire da sole le responsabilità familiari. Questo non solo amplifica il divario di genere, ma limita anche le opportunità professionali per milioni di donne. Nel 2023, ben 708 milioni di donne erano escluse dal mercato del lavoro a causa di responsabilità di cura non retribuite, contro 40 milioni di uomini.

Per colmare questa lacuna, è essenziale integrare il principio di parità nelle politiche lavorative. Ciò significa non solo ratificare la Convenzione OIL sulla protezione della maternità, ma anche riconoscere il ruolo dei padri nella cura dei figli e garantire una copertura universale per tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro status occupazionale.

Investimenti e modelli internazionali

Secondo le stime dell’OIL, garantire a tutte le donne e gli uomini almeno 14 settimane di congedo retribuito al 67% della loro retribuzione richiederebbe un investimento globale di 142 miliardi di dollari entro il 2035. Ma ti sei mai chiesto quali benefici potrebbe portare? Questo potrebbe tradursi in un incremento annuo dello 0,13% del PIL, con vantaggi che potrebbero generare oltre quattro milioni di posti di lavoro formali a livello mondiale.

Modelli internazionali come quello spagnolo, che ha colmato il divario di genere in modo efficace, e le politiche nordiche che incentivano l’uso del congedo parentale da parte dei padri, offrono spunti preziosi. I recenti cambiamenti a Singapore, che hanno esteso il congedo parentale condiviso, mostrano come sia possibile rimodellare le politiche per favorire una maggiore equità.

In conclusione, il rapporto dell’OIL non è solo un’analisi dei dati, ma un invito a riflettere sull’importanza di un cambiamento culturale. Il futuro delle politiche di congedo parentale deve essere orientato verso una vera parità di opportunità, dove entrambi i genitori possano partecipare attivamente alla cura dei propri figli, contribuendo così a una società più equa e giusta.

Scritto da AiAdhubMedia

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